Cara nonna, il nostro Natale eri tu.

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Ci sono viaggi e viaggi. Viaggi in luoghi e paesaggi fisici, concreti, e viaggi più astratti e metafisici, come i viaggi nei ricordi e nei posti del cuore. E pensare che fino a soli due anni fa, cara nonna, ogni anno il giorno di Natale era una grande festa e tu riuscivi a riunirci intorno alla tua tavola.

Il menu era sempre lo stesso: orecchiette al sugo con le polpette, un primo in bianco per papà (che poi assaggiavano anche tutti gli altri). Per secondo varie ed eventuali prelibatezze. Il nonno era l’addetto all’apparecchiatura e agli antipasti: friselline con intrugli al peperoncino, lupini e le immancabili polpette fritte. Non duravano nemmeno il tempo di essere messe a tavola!

Noi eravamo sempre in ritardo, sollecitati dagli altri zii più puntuali di noi e affamati. La prima cosa che notavo era quella lunga tavolata. La tovaglia rossa, le sedie una attaccata all’altra per far entrare tutti e il caminetto acceso. E pensavo tra me e me: << Che fortuna poter ancora trascorrere il Natale così, con nonno e nonna, tutti insieme, come ad una festa>>.

La tua presenza era una garanzia, la nostra certezza. Fino a quando ci saresti stata tu saremmo stati tutti insieme intorno a quel tavolo. Avremmo festeggiato qualsiasi momento, anche una domenica come un’altra, e ci saremmo sentiti una grande famiglia, sempre unita.

Ora che non ci sei non è più il Natale di una volta. Il nonno custodisce gelosamente la tua cucina, non fa avvicinare nessuno ai tuoi fornelli. Ha riempito casa di tue foto per averti intorno a lui in ogni momento. Il nostro Natale oggi serba un po’ di malinconia, mista a gratitudine. Probabilmente non riusciremo più a ricreare quella magica atmosfera di felicità senza tempo. Nuove generazioni di nipoti si aggiungono alla famiglia numerosa che tu e il nonno ci avete regalato. E portano il tuo nome.

Nonna, anche se non ci sei più, il Natale con te resterà il più bel Natale di sempre. E non ce lo toglierà mai nessuno.

Grazie.