La ‘vecchia signora’ torinese.

Febbraio 2017.

È doverosa una premessa: il motivo propulsore dei nostri due giorni a Torino era la partita della Juve. Motivo per cui avrei molto di più da dire sulle emozioni che ho provato una volta dentro allo Juventus Stadium, rispetto a quel poco che ho visto girovagando per la città. Poco, ma sufficiente per desiderare di ritornarci per osservarla più a fondo e viverla più intensamente.

Dopo un lungo ed estenuante viaggio in treno, di notte, soggetti a sbalzi di temperature e a scomodità indimenticabili, finalmente, al mattino: Torino. Col sole.

Era metà febbraio ma ad attenderci nel capoluogo piemontese c’era un sole caldo e accogliente, come l’ottima colazione al primo bar sotto ai portici di fronte la stazione. E come Piazza San Carlo attraversata col trolley e con le facce da zombie, ma chissenefrega! Come la Mole Antonelliana che si scorgeva fra gli alberi, in lontananza, dalla panchina al parco dove abbiamo fatto una piccola sosta, dopo il nostro ‘viaggio della speranza’.

Quando la mia amica Benedetta venne a recuperarci da Piazza Vittorio Veneto, dove l’aspettavamo seduti sul marciapiede, stanchi ma già innamorati di quella città, fu come una visione. Finalmente a casa per darci una sistemata!

Uscimmo nel pomeriggio con l’intenzione di fare un giro in centro prima di dirigerci verso la meta più attesa dal mio tifoso juventino, nonché compagno di viaggi: lo stadio.

Nonostante l’animo trepidante che annunciava un mood pre-partita sempre più vicino, riuscimmo ad ingannare l’attesa con una piacevole passeggiata. Ci lasciammo sedurre dall’eleganza dei suoi palazzi, dalle sue strade curate e decorose. Passammo dai caffè storici e dai ristoranti più raffinati delle vie del centro. Librerie ambulanti sui corsi principali, accanto alle vetrine dei negozi e delle botteghe storiche della città. Si respirava tutta la sua signorilità e la sobrietà del suo stile antico e moderno allo stesso tempo. Una città ricca di storia, ma incredibilmente al passo coi tempi.

Un trancio di focaccia locale in Piazza Castello e poi dritti verso lo stadio: modalità partita attivata! Scherzi a parte, lo Juventus Stadium è davvero una gran bella roba! Da vedere. Strutturato in modo tale da garantire una visibilità ottimale a qualunque spettatore e ben organizzato anche per quanto riguarda i servizi e le piccole attrazioni all’interno: dalle truccatrici allo Juventus Museum.

Vincemmo 4-0 contro il Palermo e tornammo a casa ‘cotti e contenti’.

L’indomani avremmo avuto il volo di ritorno (questa volta viaggio decisamente più comodo) nel pomeriggio. Avevamo giusto il tempo di un ultimo saluto alla città, in compagnia dei nostri amici che, oltre ad averci ospitati, ci hanno fatto anche da Ciceroni. E poi un super pranzo a base di specialità torinesi da Cianci.

Non facemmo in tempo a visitare il Museo Egizio e altri palazzi storici della città, ma ci bastò ammirarli dall’esterno per coglierne l’altissimo valore storico e culturale. Torino non è solo la prima capitale del Regno d’Italia e patria natia di alcuni importanti scrittori XIX e XX secolo, come Edmondo De Amicis, Italo Calvino e Cesare Pavese.

Fulcro industriale del settore automobilistico, grazie agli Agnelli, ma anche dell’editoria, del cinema, nonché città natale del gianduiotto. Torino è una vera e propria città europea, molto più vicina al resto del mondo rispetto alla gran parte della penisola italiana. E quindi più aperta, più innovativa, ricca di opportunità.

Sfoggia fiera una bellezza sorprendente, un calore che non ti aspetti. Dalle sue piazze ampie e accoglienti, i suoi portici eleganti e le graziose gallerie senza tempo. Ti senti quasi in dovere di esserle all’altezza. Aggirandoti con garbo tra le sue vie ed entrando in punta di piedi nei suoi palazzi storici.

Torino è davvero una ‘signora’ d’altri tempi. Superba, come in poche possono permettersi.