Weekend a Venezia.

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Dicembre 2017.

Chi se lo sarebbe mai aspettato il sole a Venezia? Eppure era il weekend prima delle vacanze di Natale, ricordo che presi anche dei regali tra una calle e l’altra.

Arrivammo il venerdì all’ora di pranzo e, con ancora le valigie appresso, non aspettammo di arrivare in hotel per posarle per assaggiare quegli sfiziosissimi ‘cicchetti‘ di cui ci avevano tanto parlato! A differenza dei nostri mini bicchierini alcolici, i cicchetti sono delle gustosissime bruschette assortite che in genere accompagnano gli aperitivi veneziani rigorosamente a base di Spritz…col vino bianco al posto del prosecco: semplicemente top!

Dopo aver soddisfatto la nostra curiosità e, soprattutto, il nostro languorino, raggiungemmo il nostro albergo a piedi, percorrendo un gomitolo di vicoli e strette viuzze dove non circolava alcun tipo di auto o ciclomotore. Una volta sistemati i bagagli nel nostro grazioso hotel dallo stile tipicamente veneziano, procedemmo subito alla visita della città.

Il Ponte del Rialto, che si affaccia sul Canal Grande, è stata una delle prima meraviglie che ho visto. Sembrava olio su tela, un mostra a cielo aperto, con una splendida giornata di sole a rendere ancora più magico quel quadro.

Per le strade, che parevano un labirinto di infiniti vicoletti, andavamo in giro senza una meta ben precisa, ammirando le vetrine dei negozi e increduli di così tanta bellezza intorno a noi. Ogni tanto, dietro l’angolo di una stradina: un canale, una gondola e un ponticello. Ci sembrava di camminare in delle opere d’arte viventi, una di seguito all’altra.

Credo di non aver mai visto una chiesa più bella della Basilica di San Marco, protagonista indiscussa di quella enorme piazza, tanto da rubare la scena anche al Palazzo Ducale che gli sorge accanto.

Continuammo il nostro giro verso il Ponte dei Sospiri e il Ponte della Costituzione, passando per la Basilica dei Frari e la Scuola Grande di San Rocco; come unico mezzo di trasporto il vaporetto: la metropolitana veneziana. Tra un canale e l’altro trovavamo ristoro in quei piccoli e accoglienti locali dove a malapena si trova il posto per rimanere in piedi. Uno spritz al volo, accompagnato da squisiti e sempre diversi cicchetti, ci dava la giusta carica per proseguire la nostra passeggiata.

Il primo giorno a Venezia se ne andò così, tra uno stupore e l’altro, conquistati da quella silenziosa città dove ci si muoveva solo con le proprie gambe. Mi rimase impresso il lieve rumore dei passi che si udivano durante le nostre passeggiate. Il frastuono dei clacson delle auto o dei motorini in corsa non appartenevano a quel luogo. E nonostante i suoi colori cupi, i suoi vicoletti poco illuminati, le sue strade silenziose e quel suo alone di mistero, ricordo che non provai mai la sensazione di pericolo. Al contrario, quella sottile malinconia che si respirava nell’aria mi trasmetteva sicurezza e serenità, un senso di pace profonda, di costante quiete.

Il giorno seguente visitammo in battello le isole di Murano, Burano e Torcello. La prima nota per la lavorazione dell’omonimo vetro, alla quale abbiamo assistito all’interno di un laboratorio dove poi si potevano acquistare manufatti di ogni genere. La seconda isola è famosa per le sue casette colorate che ricordano i tipici paesini olandesi. La terza è l’isola del merletto, dove regnano sovrane le sartorie e i negozi di creazioni artigianali.

Facemmo rientro direttamente la sera, in tempo per degustare delle squisite linguine al nero di seppia e vongole. Nella piazza antistante il porto da cui si prendeva il vaporetto, sorgeva imponente un enorme albero di Natale, in grado di illuminare l’intera piazza circostante. In quel momento pensai che Venezia di sera non era affatto triste, era perfetta.

Magica come solo una vera Repubblica Marinara sa essere. Unica, nel suo stile ricercato, mai banale e impeccabilmente elegante.

Venezia, mi hai stregata.