UNA SALENTINA A FOGGIA!

Foggia

Certe storie iniziano così, col “piede sbagliato”, e poi invece accade che un cambio di programma si tramuta in un colpo di fortuna e un imprevisto dà vita a un viaggio incredibile pieno di sorprese, come i nostri 4 anni a Foggia.

Tutto ebbe inizio nell’estate del 2016 quando, come un fulmine a ciel sereno, scompigliando i nostri piani, ci giunse la notizia che invece di trasferirci a poco più di un’ora da casa ci saremmo dovuti trasferire a Foggia.

Senza offesa per i foggiani, ma in quel momento fu una notizia shock! Ci spaventava l’idea di vivere in una città che non avevamo mai visitato prima e forse eravamo anche un po’ influenzati dai pregiudizi.

Tuttavia, da fuorisede ormai rodati, non ci facemmo scoraggiare da quell’improvviso cambio di programma, dipeso da cause di forza maggiore legate a motivi di lavoro. In fondo quello sarebbe stato il nostro “nuovo inizio”, la nostra prima convivenza, e se un’incalcolabile congiunzione astrale aveva stravolto i nostri piani di sicuro aveva avuto le sue ragioni.

Oggi posso dirlo con certezza: questi 4 anni a Foggia sono stati fin ora i più belli di sempre.

E ora vi racconto perché…

Il Tavoliere delle Puglie.

Tra le immagini che più mi sono rimaste impresse nel cuore, ricordo quelle infinite distese di grano che accompagnavano i nostri viaggi al mare, sul Gargano, o le nostre consuete visite ai borghi medievali del Sub Appennino Dauno.

Era la terra di mezzo, la pianura dorata che divideva il mare dalla montagna. Il sacro confine tra la costa adriatica e l’entroterra dauno.

Il Tavoliere delle Puglie è la più vasta pianura dell’Italia centro-meridionale, racchiuso tra l’Appennino di Capitanata a ovest, il Gargano e il Mar Adriatico a est e le Murge a sud.

Viene definito “il granaio d’Italia” per le sue infinite coltivazioni di grano e frumento per cui la Puglia è famosa in tutto il mondo. In ogni spiga di grano conserva ancora il forte odore di storia e tradizioni di cui ancora oggi il Tavoliere mostra fiero i segni.

Fovea.

Che dire di Foggia, oltre al fatto che si trova in un punto strategico, ideale per raggiungere facilmente ogni parte della regione e fuori, grazie anche ai suoi collegamenti ferroviari e non solo?

Di Foggia mi hanno colpita tante cose, ad iniziare dal suo centro storico, a tratti cupo e controverso, ma così ampio e variegato. Dall’ariosa e colorata via dei negozi, che conduce alla piazza principale – Piazza Italia, con la sua imponente fontana centrale e i suoi palazzi antichi, si passa ai vicoli più intimi e caratteristici, dove si ha l’impressione di aver fatto un salto nel passato.

Ci si addentra così, tra qualche stendino davanti alla porta di casa e i motorini appoggiati al muro, nel cuore di un quartiere ancora molto legato alle sue radici e alle sue tradizioni. Da Piazza Mercato, che di sera si trasforma in un punto di ritrovo per i più giovani, si accede a Piazza Duomo, dove regna indiscussa la Chiesa Madre, con il suo fascinoso campanile.

Tanti locali, pub, negozietti e bracerie animano ogni singola arteria del centro storico. Non ricordo un posto dove abbia mangiato male e speso tanto. La pizza a Foggia è una garanzia. Sì, proprio come a Napoli.

Per non parlare degli ipogei urbani, antiche abitazioni sotterranee che ancora oggi è possibile visitare. E tra un vicoletto e l’altro capita di incrociare uno sguardo familiare che con un sorriso ti riconosce e ti fa sentire a casa.

La semplicità e la spontaneità caratterizzano la vita di ogni giorno. I foggiani sono fatti così, senza fronzoli e formalità, gente schietta che parla un dialetto incomprensibile, privo di vocali.

Inizialmente diffidente, il popolo foggiano ti studia cercando di capire se di te si può fidare, per poi mostrarti la sua natura così autentica e concreta. I foggiani pagano il prezzo di una città distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e dalle inevitabili conseguenze sociali ed economiche che ne sono scaturite.

È per questo, forse, che sono spesso inconsapevoli della bellezza che li circonda. Confondono per normalità l’arte e la storia che trasudano dai palazzi superstiti e dai castelli dei borghi vicini. Per non parlare del Gargano che ricorda fedelmente la Grecia, e di tutto il resto di cui continuerò a raccontarvi.

Nel bel mezzo della pianura che separa il Subappennino Dauno dal promontorio del Gargano, nel cuore del Tavoliere sorgono luoghi che vale la pena scoprire.

Lucera è stata tra le prime bellissime sorprese di questo territorio, a soli 20 minuti in auto da Foggia. Ci andavamo spesso la domenica pomeriggio, per una passeggiata lungo il viale illuminato dalle vetrine, o per un calice di vino tra le vie del centro storico.

Graziosissima città d’arte vanta, tra le sue perle, l’antico Anfiteatro Romano del I secolo, il Castello Svevo-Angioino costruito da Federico II e la grande cinta muraria con torri e bastioni di Carlo I d’Angiò. E poi ancora la splendida Cattedrale romanica del 1302 e molti altri monumenti e scorci che rendono Lucera una piccola bomboniera da non perdere. Elegante e raffinata.

Già dai primi weekend della nostra vita a Foggia iniziammo a perlustrare i dintorni dauni, alla ricerca di meraviglie tutte da scoprire. Una delle prime gite fuori porta fu all’insegna di un trio di borghi medievali: Troia, Bovino e Deliceto. La prima dell’elenco rientra tra le perle del Tavoliere. Antichissima cittadina ricca di tesori artistici, tra cui la Concattedrale romanica del 1093 famosa per il suo rosone ad undici raggi.

La visita al borgo di Troia durò circa un’oretta, giusto il tempo di ammirarne la quiete tra le sue vie, la semplicità della vita che si affacciava dai balconi e l’indimenticabile squisitezza locale: la Passionata.

Come non citare il castello di Deliceto e il borgo antico di Bovino, entrambi arroccati sulle alture dei Monti Dauni e circondati da orizzonti infiniti, dai quali non si riesce a udire nient’altro che il rumore del vento.

Passeggiando tra quei vicoli discreti e silenziosi si aveva la sensazione di trovarsi in angoli di mondo dimenticati da Dio, dove spazio e tempo assumevano nuove forme e dimensioni e la vita si faceva più lenta e sottile. Pensavo tra me e me: <<non so se vivrei mai in un posto così…>>, eppure consiglierei a tutti di passarvi almeno una volta nella vita, per assaporare la vera essenza dei luoghi e sentirsi in pace con sè stessi.

Nel cuore della Capitanata.

Nel corso di questi quattro anni a Foggia capitava spesso di pianificare i nostri giri turistici in base agli eventi mondani previsti nelle diverse realtà locali. Il 1 novembre, ad esempio, facevamo tappa fissa a Orsara di Puglia, per “la festa delle luci”, dove adoravamo perderci tra quei vicoletti illuminati soltanto da lanterne e zucche. Guidati dalla musica e dal profumo delle caldarroste, ci univamo allo spirito di festa di tutti gli abitanti del posto e dei paesi limitrofi nella piazzetta principale.

A luglio invece non potevamo perderci per niente al mondo il festival di musica blues ad Accadia, una vera chicca. Ogni anno ospiti internazionali animavano intere serate a ritmi di musica folk, blues e jazz, rigorosamente accompagnata da un bicchiere di vino e un panino con la salsiccia.

Sebbene maggio sia il periodo più indicato per visitare Roseto Valfortore, perché fioriscono le rose lungo le strade del borgo, qui ci andammo in pieno autunno, abbinandoci anche una visita ad Alberona. Ricordo ancora il profumo delle tagliatelle al tartufo che ci concedemmo in una trattoria locale e la sensazione di esserci persi nel boschetto a due passi dal paese aggiunse un tocco di avventura alla nostra gita.

Tra un borgo e l’altro ogni tanto “ci scappava” anche un’uscita al lago. Nei pressi del Sub Appennino Dauno non si trovano infatti soltanto piccoli centri abitati, ma anche incredibili aree verdi incontaminate. Il lago di Pescara, ad esempio, si trova nel cuore di Biccari, un posto meraviglioso, dove una grande distesa d’acqua dolce è completamente avvolta dal Monte Cornacchia, a pochi passi dal bosco di Faeto.

Non potrò mai dimenticare il vento e il silenzio. Ecco, se dovessi descrivere con elementi astratti questa piccola realtà che sorge ai piedi dei monti Dauni, citerei senz’altro il vento e il silenzio. Quel vento che mi tagliava dolcemente il viso da qualsiasi altura mi affacciassi per ascoltarne il silenzio tutt’intorno. Come quando mi scorsi dal Castello imperiale di Sant’Agata di Puglia, roccaforte militare ai tempi dei Longobardi e dei Bizantini, che con quell’immensa vista panoramica sul Tavoliere e il golfo di Manfredonia mi regalò attimi di pace infinita.

Non ricordo un paesaggio che non mi abbia stupito, un panorama che mi abbia deluso. Anche nel più piccolo paesino sperduto ci meravigliavamo ad ogni passo, increduli che tanta bellezza vivesse un’atmosfera così intima, anzichè essere promossa al mondo intero. Così ci sentimmo a Pietramontecorvino, abitato da soli 3000 abitanti e facente parte del circuito dei “99 borghi più belli d’Italia“.

Fu in quel momento che mi accorsi di quanta bellezza avessi intorno e di quanto fosse importante continuare a scoprirla, come un tesoro nascosto, come un gioiello prezioso. Avevamo persino stampato una mappa cartacea, fissata in bacheca e arricchita ogni volta di nuove bandierine colorate. Ogni tappa scovata aggiungeva un pezzo al nostro puzzle e diventava quasi un gioco cercare di visitarle tutte.

La Foresta Umbra.

Tra i Monti Dauni da un lato e il Gargano dall’altro, nel mezzo si trova il polmone verde della Foresta Umbra. E’ una riserva naturale protetta, posta all’interno del Parco nazionale del Gargano. Il nome “umbra” è già indicativo di una delle sue maggiori caratteristiche: l’ombra.

La foresta umbra è il luogo perfetto per chiunque. Per chi ama le escursioni e i percorsi trekking, per gli amanti delle gite in mezzo alla natura, per chi ogni tanto ha bisogno di concedersi una piccola pausa dal mondo, in solitudine o in compagnia. Adatta alle famiglie ma anche a chi ama condividere le gite fuori porta insieme al suo amico a quattro zampe.

Da luglio 2017 fa parte del patrimonio dell’ UNESCO ed è davvero uno dei luoghi più preziosi della Puglia. Passeggiare sotto a un cielo di alberi e su un tappeto di foglie è quasi un privilegio.

Il Gargano.

E poi c’è il Gargano, un luogo incantato. Dove lunghe spiagge di sassi delineano il litorale circondate da altissime e maestose rocce bianche. Non ricordo un tratto di spiaggia che non mi abbia regalato attimi di pace dinanzi a quel mare così poco affollato e, forse per questo, ancora più sacro. Andare al mare da quelle parti era un vero e proprio viaggio. Si partiva la mattina equipaggiati di ombrellone, sdraio, borse frigo, letture varie ed eventuali e l’immancabile cruciverba, certi di non fare ritorno a casa prima dell’imbrunire.

Sul Gargano, si sa, non si vede il tramonto, perché è esposto a est, ma riuscivamo ugualmente a seguirne i movimenti, orientati non solo dai colori del cielo riflessi sull’acqua, ma anche dal lento e graduale esodo delle spiagge.

Restavamo in pochi a concederci l’ultimo raggio di sole, ormai cotti dalla salsedine, ma completamente rapiti da quell’aria così intensa e leggera allo stesso tempo.

La nostra spiaggia del cuore è e resterà sempre Baia delle Zagare, la spiaggia dei faraglioni.

La prima che abbiamo scoperto e l’ultima che abbiamo salutato. Le ho perdonato ogni sasso, anche il più scomodo da calpestare. E quel chilometro a piedi, lungo il tratto di strada necessario per raggiungerla, non era poi così lungo e faticoso, neanche quando al ritorno lo si percorreva in salita.

Cosa dire di Vignanotica, Fontana delle Rose, Mattinata e Pugnochiuso? Resteranno per sempre tra i posti più incantevoli che io abbia mai visto.

Impossibile non innamorarsi del centro storico di Peschici e dei suoi trabucchi. L’unico posto da cui si vede il tramonto sul Gargano, grazie alla sua posizione leggermente incurvata ed esposta con lo sguardo a ovest. Passeggiando tra quei vicoletti così graziosi e curati, scorgendo di tanto in tanto il mare all’orizzonte, pareva di stare a Santorini o in chissà quale altra isola della Grecia.

Borghi antichi, laghi e monti.

Ricordo ancora perfettamente il profumo di agrumi che ci accompagnava lungo le stradine di Vico del Gargano, il paese dell’amore e delle arance, che il 14 febbraio di ogni anno celebra la sua bellezza. A pochi minuti in auto da Rodi Garganico, e dal lago di Varano.

Come potrei poi dimenticare Monte Sant’Angelo…una meraviglia unica e inimmaginabile. Una chiesa all’interno della Grotta di San Michele, tanto suggestiva e mistica da sembrare un presepe vivente.

Le nostre domeniche pomeriggio erano talvolta scandite da piccoli rituali, come il gelato da Tommasino al chioschetto di Manfredonia. Una piccola bomboniera, molto cara alla gente del posto che quasi si va un vanto di abitare in una piccola città interamente costeggiata dal mare. Le reti delle barche al porto e i gabbiani sulla spiaggia sono uno dei miei ricordi più nostalgici.

Bastava poco per sentirsi a casa.

In questi quattro anni a Foggia ho imparato persino ad amare il lago. Come quello di Lesina. Il lago è per sua natura silenzioso e solitario. Quella calma apparente che circondava le casette colorate al di là del ponte mi trasmetteva ogni volta una rara serenità. Come se improvvisamente anche i pensieri si mettessero a tacere.

Casa è dove si è stati felici.

Foggia mi ha insegnato ad andare oltre l’apparenza, a guardare più a fondo. Non è stato facile entrare nel cuore diffidente di chi inconsapevolmente ignorava la bellezza intorno a sé. Spesso mi capitava di doverla spiegare a chi non ci credeva. Eppure la bellezza è ovunque, anche in un vicolo desolato, su un lampione fulminato o su una panchina arrugginita. Perché anche la ruggine ha una storia da raccontare e ogni centimetro di strada è stato attraversato da qualcuno che vi ha lasciato il segno.

Bisogna avere occhi grandi per guardare e un cuore libero dai pregiudizi per accogliere una nuova casa e farla diventare il tuo posto nel mondo. Non è mai facile mettere nuove radici su terre mai esplorate prima, ma se ci si lascia stupire anche da un vico cieco si potranno scorgere tutte le meraviglie del mondo facendone tesoro.

Foggia mi ha regalato delle amicizie speciali, facendomi incontrare persone a me così affini da credere che in qualche modo fossero destinate a me. E che quel cambio di programma fosse un segno del destino. Quanta bellezza e quanta ricchezza mi sarei persa se non mi fossi fidata?

Se non vi fosse stato quell’imprevisto non avrei mai imparato che ci si può emozionare dinanzi a un tramonto anche se questo non muore nel mare. E che quei borghi, quei monti e quei sassi mi avrebbero suscitato pensieri, sogni e progetti. E che in mezzo a quella vastità mi sarei sentita libera, appagata, ma soprattutto a casa.

Grazie Foggia.

29 comments

  1. Grazie da un Foggiano consapevole di quanto è meraviglioso vivere in questo territorio. In ragione di ciò, ho dedicato un canale YouTube (cirovideo1) ad esso, per cercare di farlo apprezzare agli increduli e a chi come voi non ci vive, riscontrando ad oggi che è più apprezzato da chi non ci vive che da chi ci vive, considerando i pochissimi commenti di provenienza Foggiana.
    Un Caro Saluto. Ciro.

    1. Ciao Ciro, grazie per il tuo link, visiterò senz’altro il tuo canale youtube. 🙂
      Purtroppo è vero quel che dici a proposito del fatto che spesso chi abita un territorio non lo apprezza nè lo conosce quanto meriterebbe, forse perchè lo si dà per scontato. Ahimè è una tendenza diffusa un po’ ovunque, io stessa non conosco quanto forse dovrei la mia terra, il Salento, un po’ perchè tendo a frequentare sempre gli stessi posti a me noti e un po’ perchè credo di avere il tempo per visitarlo e poi invece rimando soltanto. Ma rimedierò e mi auguro che rimedieranno anche i foggiani, perchè abitano una terra davvero ricca di meraviglie che merita di essere scoperta ed elogiata. <3

  2. Da foggiano adottivo ci sono arrivato a 9 anni, e ne sono trascorsi 70, sono ultraorgoglioso, per questo articolo, questa lettera entusiastica.
    Manca, nelle entusiastica descrizione della NOSTRA DAUNIA, la visita a CANDELA e ROCCHETTA SANT’ANTONIO con il suo Borgo antico: LA CITTADELLA.
    Sicuramente la entusiastica signora, trovera tempo colmare la lacuna.
    Grazie, ci hacfstto scoprire un FOGGIA ed un DAUNIA, un pochino apoannata nei nostri ricordi, colpa di AMMIN8STRATORI DISONESTI che ci hanno disincantati e disgustato!!!

    1. Ciao :).
      In effetti i borghi della Daunia che ha citato mancano al mio elenco e conto di visitarli quando ripasserò da quelle parti. Così avrò una scusa per ritornarci! 😉

  3. Concordo in toto…sono di San Severo, ho pensato anch’io che se innanzitutto non apprezzi le bellezze dei posti che ti circondano non amerai visitare il resto del mondo.
    Ho iniziato così da qualche anno a girare la provincia in bici perché penso sia il modo migliore per “vivere” i colori e i profumi dei paesaggi in tutte le stagioni dell’anno e poi perché mi piace pedalare e fotografare.
    Tutti i posti da te citati li ho visti arrivandoci pedalando (ne ho fatti finora quasi 40.000)…trovi tante foto sul mio profilo Instagram r__o__b__e__r__t__o__ e su STRAVA un sito dove registro le mie uscite in bici 🚲
    Ciao

    1. WOW! Che bello girare il Gargano e la Capitanata in bici! 🙂
      Corro a vedere il tuo profilo…grazie per avermelo segnalato <3

  4. Grazie per la profondità e semplicità nella descrizione di tante emozioni che hai provato a Foggia e in Capitanata

    1. Ciao Massimo, non devi ringraziarmi…è stato un piacere e una fortuna poter scoprire quei luoghi bellissimi. Mi hanno arricchita e sarò sempre grata al mio destino per quel fortuito “cambio di programma” 😉 .

  5. Spero sia stata anche a Panni. Piccola perla ai confini con la campania. Dove spesso si vedono decollare e in volo gli appassionati di parapendio.

    1. Ciao Antonio, purtroppo Panni manca al mio elenco, così come tante altre perle di questa terra meravigliosa. Sarà un piacere visitarla quando ripasserò da queste parti…così aggiungerò una nuova bandierina alla mia cartina geografica. 😉

  6. Grazie Benedetta, davvero molto molto bello e vero…questo è quanto ho scritto ai miei amici quando ho condiviso il tuo blog
    “ Non si deve per forza nascere in un posto per apprezzarne appieno la bellezza e per farsene adottare… che bei pensieri ed osservazioni di viaggio fatto da questa ragazza…quanti di noi possono vantarsi di aver speso dei pensieri così belli per la nostra terra? Da leggere
    https://www.viadeglioleandri.it/una-salentina-a-foggia/”

    1. Caro Giuseppe, ti ringrazio per le tue parole e per aver contribuito a diffondere il mio articolo. Ai tuoi amici auguro di poter rivivere i luoghi della loro terra con nuovi occhi e di sentirsi fieri di ciò che la natura vi ha regalato e che nessuno mai potrà togliervi. <3

  7. Tra le lacrime di commozione, nel leggere della mia amata terra volevo dirti un semplice

    GRAZIE

    1. Grazie a te per esserti lasciato emozionare dalle mie parole, spero di essere stata all’altezza dei luoghi che ho descritto. 🙂

  8. Wow. Non avrei saputo descrivere la mia terra in un modo così ampio, vero, e vissuto…. Come hai fatto tu. È un omaggio alla mia città, che amo tanto, che allevia le tante ferite, le umiliazioni, gli sfregi da parte di chi non ama la propria terra… Io ho studiato scienze biologiche, potevo lavorare a Roma o a Bergamo. Ma ho preferito restare a Foggia… attaccato come non mai alle mie radici, agli usi e costumi dei miei nonni. Oggi lavoro come addetto al portierato di una azienda… ma sono contento di essere rimasto a “casa”. Molti dicono “fuggi da Foggia, non per Foggia, ma per i foggiani “ tu hai dimostrato che non bisogna fermarsi all’apparenza, ma andare oltre… perché oltre, c’è il cuore grande della nostra gente. Grazie per le tue bellissime parole. Buon vento cari amici

    1. Caro Gianni, parli con una che ha fatto la tua stessa scelta, con la differenza che anzichè restare ho scelto di tornare, dopo oltre 10 anni di vita da fuori sede, prima a Roma e poi a Foggia. Ho scelto di tornare alle mie origini, invertendo la rotta dei tanti meridionali che migrano al Nord o all’estero in cerca di un futuro lavorativo migliore di quello che il sud ahimè è in grado di offrirci. Non è stato facile. Mi son chiesta tante volte se avessi fatto la scelta giusta, ma poi mi basta guardami intorno, emozionarmi davanti a un tramonto sul mare, o sui Monti Dauni ;), per convincermi che ne è valsa la pena. Che forse non conta solo il futuro lavorativo ma anche quello degli affetti e dei progetti di vita. In bocca al lupo per il tuo futuro…che il tuo vento soffi sempre in poppa! 😉

  9. Complimenti! Le tue parole mi hanno fatto innamorare ancora di più di questa provincia meravigliosa, è una vita che lo dico, e dalle infinite potenzialità. L’appello da rivolgere a chi vive o passa in questi luoghi, è quello di prendersene cura. Grazie per la capacità che hai di stupirti e stupire di fronte all’infinito,
    grazie per l’ affetto che hai dimostrato!

    1. Grazie a te Rosa, per aver colto tra le mie parole proprio quell’affetto di cui parli. Traspare attraverso questo articolo perchè proviene da quelli stessi paesaggi e panorami che mi hanno fatto sognare. E anche dalle persone che ho conosciuto e che porterò per sempre nel cuore. <3

    1. Ciao Franco, purtroppo Panni manca al mio elenco, come tante altre perle della Capitanata…non ho fatto in tempo a vederle tutte! Avrò una scusa in più per ritornarvi, completando il giro e, perchè no, ripassando anche dai luoghi del cuore.

  10. Carissima. Grande e Benedetta, tu sei. Ho mancato quello più importante. Innamorats, sì …piena di amore. Amore che traspare dai tuoi versi. Chi non ha Amore non riceve e non trasmette nulla. Non basta saper scrivere per infondere un tale sentimento. Grazie….

    1. Grazie Ciro, per le tue parole. Forse è vero, sono innamorata del mondo e delle sue meraviglie. Cerco solo di dare voce a quelle più nascoste o semplicemente meno note. Un abbraccio!

  11. Una descrizione commovente. Vedendo quanto tu riesca ad arricchire i luoghi che ti ospitano, invidio la tua prossima meta. A presto

    1. Caro Antonio, ti ringrazio! In effetti presto racconterò del mio ultimo viaggio in Umbria. Sarei onorata se continuassi a seguirmi e a leggere i miei racconti. <3

  12. eh sì, traspare tanto amore per la vita e ciò che ti circonda. la molla della curiosità è forte in te e ti apre alle nuove conoscenze e a nuovi saperi, esperienze che condivido. i tuoi resoconti hanno espresso sentimenti come carezze per la terra in cui abito e per la quale, purtroppo, mi trovo anche a soffrire, per colpa di certa gente dal cuore indurito. un ringraziamento per le parole spese e che mi hanno commosso. buona vita.

    1. Grazie di cuore Luigi, capisco bene la tua delusione per ciò che non puoi cambiare della tua terra o di chi la abita. E’ una sensazione comune a molti e in molti altri luoghi, in fondo è la storia più vecchia del mondo quella degli umani che anzichè omaggiare ogni centimetro di terra che calpestano, la oltraggiano e inquinano con il loro egoismo e superficialità. Siamo tutti colpevoli a volte, anche solo di non spenderci abbastanza per provare a far aprire gli occhi a coloro che non si rendono conto della bellezza che li circonda. Io ci provo con le mie parole…e sono grata e onorata che qualcuno, come te, le apprezzi. <3

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