Caro Corona virus.

corona virus

Caro Corona virus, era da tanto che volevo scriverti… e quindi eccomi qua.

Prima di tutto vorrei dirti ‘grazie‘. E di cosa? – penserai – di questa lunga ed estenuante quarantena che ci ha messi a dura prova. Devo ammettere che ti sei davvero superato. Ma noi più di te! Forse non te lo aspettavi, pensavi che ci saremmo arresi, chiusi in noi stessi. E invece no. Abbiamo reagito. Tutti quanti, tutti insieme.

A causa tua molte aziende hanno chiuso, i bambini non vanno più a scuola, non escono, non giocano. Tante persone stanno soffrendo, stanno perdendo i loro cari, stanno morendo. Eppure, nonostante tutto, non sei riuscito a spegnerci l’entusiasmo, a frenare la frenesia dell’attesa che tutto questo finisca. Non sei riuscito a toglierci la voglia di ricominciare, la speranza.

Trascorriamo la gran parte del tempo a chiederci cosa succederà quando non ci sarai più, quale sarà la prima cosa che faremo quando potremo uscire di nuovo. Molto probabilmente l’economia sarà in crisi, i nostri umori un po’ depressi, le botteghe impolverate, le nostre gambe intorpidite per quanto tempo sono state ferme. Abbiamo perso l’abitudine di camminare, di stringersi la mano, di uscire da casa per andare a lavoro.

E così abbiamo reinventato le nostre vite, riorganizzato gli spazi, cambiato le nostre abitudini. Abbiamo smesso di prendere l’ascensore e imparato a fare le scale, ci siamo ritagliati uno spazio per il nostro ufficio domestico e costruiti una palestra usando le casse d’acqua come pesi. Abbiamo usato la fantasia. Anche per viaggiare, nei nostri ricordi passati e in quelli futuri, perchè ce ne saranno di nuovi. Questo è poco ma sicuro.

Immaginiamo come sarà gustare un gelato, correre sul bagnasciuga, prendere l’autobus, riabbracciare un’amica.

Però qualcosa di buono l’hai fatto. Ci hai ‘costretti’ a fermarci, a guardarci dentro, a modificare il nostro modo di vivere, di essere. Hai risvegliato gli spiriti più pigri degli amanti del divano che hanno iniziato a correre dentro casa, persino i bambini non vedono l’ora di tornare tra i banchi di scuola, con i loro compagni e i loro maestri. Hai insegnato alle generazioni dei più giovani l’arte della lievitazione lunga e della lavorazione a mano. E ai più anziani le incredibili opportunità che può offrire quello strano oggetto che tutti chiamano smartphone.

Ci hai fatto scoprire il sapore del pane fatto in casa e il piacere della vita lenta. Adesso ci guardiamo allo specchio e ci vediamo diversi, più maturi, coraggiosi. Siamo certi che dopo il Corona virus non tornerà tutto come prima. Forse sarà meglio di prima. Perchè anche se dovremo prendere appuntamento dal parrucchiere, vorrà dire che avremo tutto il tempo di scambiare quattro chiacchiere in tranquillità. Non assalteremo più i negozi, perchè avremo imparato a fare a meno del superfluo e a rifornirci solo del necessario. Nelle nostre dispense faremo scorta di lievito e farina, ma anche di tanta pazienza e buona volontà.

E gusteremo quel caffè al bar, la fila alle poste, e impareremo a rispettare il nostro turno. A vivere lentamente. Assaporando ogni attimo come se sapessimo con certezza che la fretta non esiste, è solo il risultato di una società malata e senza anima che aveva perso la capacità di osservare i dettagli, di perdersi tra i pensieri, di meravigliarsi. E non ce ne dimenticheremo più.

Pensavi che togliendoci il saluto e le strette di mano avremmo chiuso a chiave i nostri cuori? E invece noi abbiamo imparato a stringerci con il pensiero, ad abbracciarci con le parole, a sorriderci con gli occhi. Volevi farci sentire deboli e inutili? Noi abbiamo scoperto di essere più forti e uniti. Ci stiamo esercitando a essere solidali, altruisti, resilienti. Abbiamo ancora molto da imparare, ma lavoriamo ogni giorno per prepararci a vivere meglio il futuro che ci aspetta.

Ogni volta che ripenseremo a te e alla nostra prigionia domestica ci verranno in mente tutte le cose che abbiamo imparato, le crepe che abbiamo riparato, i sogni e i progetti che abbiamo coltivato. E ti saremo, addirittura, grati per ciò che ci hai insegnato.

Questo strano viaggio insieme a te ci ha cambiati e forse ci ha resi migliori. Adesso siamo pronti per ripartire. Per ricominciare a correre. Per tornare a vivere.