Budapest, la Parigi dell’est.

Budapest

Ottobre 2012.

Si, lo so, è passato davvero tanto tempo da quel weekend lungo a Budapest, eppure conservo ancora nitide le sensazioni che mi ha lasciato.

Arrivammo di sera tardi, ricordo che dal finestrino del taxi che ci accompagnava al nostro appartamento, guardandomi attorno pensai: <<Ma dove sono capitata?!>> 🙂 Rido ripensando all’impressione totalmente distorta che mi fece la città al primo impatto. Ma nonostante ciò, e benché fosse quasi mezzanotte, non esitammo a uscire per fare un primo giro di perlustrazione a piedi, nei dintorni del nostro b&b.

Un supermarket aperto h24, pochi sguardi incontrati per strada (nonostante fossero i primi di ottobre c’erano circa 8 gradi!), ci addentravamo passo dopo passo in quell’atmosfera placida e accogliente delle strade di Budapest, illuminate dalle luci dei pub ancora aperti e da qualche sporadico lampione.

La nostra prima birretta la bevemmo in uno dei posti più incredibili di Budapest: Szimpla Kert. Uno dei tanti pub in rovina, ambientati in vecchi condomini abbandonati o in spazi all’aperto riorganizzati e arredati con oggetti di ogni tipo e fantasia. Superato lo stupore iniziale, ordinammo da bere e ci accomodammo all’interno di una 500…la vasca da bagno era troppo scomoda! 😉

Budapest

Il giorno dopo ci avviammo verso il centro della città, alla scoperta dei suoi scorci meravigliosi, dei palazzi dall’architettura gotica, dei suoi musei e delle sue statue sparse ad ogni angolo. La passeggiata sul Danubio, da cui si poteva ammirare la simmetria dei colori e delle linee degli edifici del lato opposto, regala preziose emozioni.

Capitammo per caso davanti ad una delle sinagoghe più grandi e importanti della capitale ungherese, assistemmo alla nostra prima messa ebrea. Fu un’emozione indescrivibile parlare con il rabbino capo di Budapest e raccontargli che noi venivamo da una città che aveva preso la medaglia d’oro per l’accoglienza durante la seconda guerra mondiale.

Ovviamente tra le nostre priorità vi era quella di visitare le terme. Scegliemmo i Bagni Széchenyi, i più famosi di Budapest e anche i più affollati! Tuttavia ciò non ci impedì di rilassarci come poche volte ci è capitato nella vita. Immergersi nelle vasche con temperature di 50° è un’esperienza mistica, in cui ci si lascia andare completamente, fino quasi a non sentire più il proprio corpo.

Visitammo anche Buda, al di la del Ponte delle catene, scoprendo una realtà del tutto differente da Pest. Sarebbe riduttivo definirle “la parte antica” e “la parte nuova”, sebbene Buda abbia conosciuto più fasi di distruzione e ricostruzione rispetto alla sua metà opposta. Oggi pare sia frequentata perlopiù da turisti in visita soprattutto per la chiesa di Santo Stefano e per il suo borgo dai tratti medievali e romanici.

Devo ammettere che all’inizio mi ha fatto uno strano effetto. Non ne fui subito entusiasta. Mi ha conquistata lentamente, man mano che mi diventava sempre più familiare e amica. Credo sia una delle capitali più complete, sotto vari aspetti. Dal punto di vista storico vi è l’imbarazzo della scelta nel visitare il Parlamento, il Palazzo Reale, il castello di Buda o il Museo del Terrore.

Ma è anche piena di verde, di locali notturni sempre frequentati, di spazi e location dedite allo svago e all’intrattenimento, nelle modalità più originali e stravaganti. E poi offre tante occasioni per arricchire la propria vena culturale e artistica. Il suo essere silenziosa e romantica la rende ancora più suggestiva e interessante. Non mi ha mai trasmesso timore, nemmeno quando camminavamo di sera tardi verso il nostro pub preferito dove 1 litro di birra costava 5 euro! E la gente del posto per strada ci sorrideva, talvolta scambiavamo 4 chiacchiere, era accogliente e gentile.

Goulash a parte, mi è piaciuto tutto quello che ho visto. Anche se qualcosa ci è sfuggito. Sarà un invito a ritornarci, per confrontare i ricordi con le sue novità e la sua evoluzione. Probabilmente la prossima volta ripartirò dalla Vaci Utca giusta, visto che essendocene due siamo riusciti a vedere, per sbaglio, quella meno bella. Solo per pochi minuti, il giorno della partenza, passammo dalla via dei palazzi più belli della città, per un waffle al volo e gli ultimi scatti di una vacanza davvero sorprendente.

Dicono che sia la Parigi dell’est, che ahimè non ho ancora avuto il piacere di scoprire. Posso dire che è una città dal fascino unico e inimitabile, e se ti fiderai della sua rara bellezza ti meraviglierà ad ogni passo.